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Correlazioni in Medicina



Rischi precoci di morte, ictus / embolia sistemica e sanguinamento maggiore nei pazienti con fibrillazione atriale di nuova diagnosi: risultati dal registro GARFIELD-AF


La fibrillazione atriale è associata a un aumento del rischio di morte, ictus / embolia sistemica e sanguinamento ( sostenuto dalla terapia antitrombotica ), che può verificarsi precocemente dopo la diagnosi.

È stato valutato il rischio di eventi precoci ( morte, ictus / embolia sistemica e sanguinamento maggiore ) nell'arco di 12 mesi e la loro relazione con il tempo dopo la diagnosi di fibrillazione atriale in 52.014 pazienti arruolati prospetticamente nel registro GARFIELD-AF ( Global Anticoagulant Registry in the FIELD-Atrial Fibrillation ) tra il 2010 e il 2016.

In 12 mesi sono morti 2.140 pazienti ( tasso di mortalità 4.3 ), di cui 288 ( 13.5% ) sono deceduti nel primo mese ( 6.8 ).

In 12 mesi, 657 pazienti hanno presentato un ictus / embolia sistemica ( 1.3 ) e 411 hanno avuto un sanguinamento maggiore ( 0.8 ).

Durante il primo mese, i tassi ( per 100 anni-persona ) di ictus / embolia sistemica e sanguinamento maggiore sono stati, rispettivamente, pari a 2.3 e 1.5.

L'elevato tasso di mortalità a 1 mese era principalmente attribuibile alla mortalità cardiovascolare ( 3.5 ), in particolare a insufficienza cardiaca, morte improvvisa e sindromi coronariche acute ( 1.0, 0.6 e 0.5, rispettivamente ).

Età, insufficienza cardiaca, ictus precedente, storia di cirrosi, malattia vascolare, malattia renale da moderata a grave, diabete mellito e vivere in America del Nord o in America latina erano predittori indipendenti di un più alto rischio di morte precoce, mentre la terapia anticoagulante e vivere in Europa o in Asia erano predittori indipendenti di un minore rischio di morte precoce.
Un modello predittivo sviluppato per il rischio di morte a 1 mese ha avuto una C statistica di 0.81.

L'aumento del rischio di eventi precoci, in particolare di mortalità cardiovascolare, nella fibrillazione atriale di nuova diagnosi indica l'importanza di cure complete per tali pazienti e dovrebbe allertare i medici a rilevare i segnali di allarme per la possibile mortalità precoce. ( Xagena2019 )

Bassand JP et al, Circulation 2019; 139: 787-798

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