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Correlazioni in Medicina



Trattamento della neurosarcoidosi refrattaria con Infliximab e Micofenolato Mofetile


Un gruppo di Ricercatori dell’University of Rochester negli Stati Uniti, ha descritto gli effetti dell’anticorpo che inibisce il fattore di necrosi tumorale, Infliximab ( Remicade ) e dell’immunosoppressore antiproliferativo Micofenolato Mofetile ( CellCept ) nella neurosarcoidosi refrattaria.

I pazienti con sarcoidosi dimostrata a livello bioptico e coinvolgimento del sistema nervoso centrale ( CNS ), per i quali il trattamento standard con steroidi non era andato a buon fine, sono stati trattati con Infliximab ( 5 mg/kg alle settimane 0, 2 e 6, e in seguito ogni 6-8 settimane ).
Sei pazienti su sette sono stati co-trattati con Micofenolato Mofetile ( 1.000 mg per os, 2 volte al giorno ).

I pazienti sono stati sottoposti a revisione dei sintomi e a visita neurologica completa ogni 3 mesi e a una risonanza magnetica ( MRI ) prima e dopo 3-4 somministrazioni di Infliximab.

Tutti i pazienti hanno riferito un significativo miglioramento dei sintomi a partire dalla quarta infusione di Infliximab, incluso il sollievo dal mal di testa e dal dolore neuropatico, inversione del deficit motorio, sensorio e di coordinazione e del controllo dell’attività convulsiva.

Inoltre, il trattamento con Infliximab è associato a una diminuzione della grandezza delle lesioni o a una soppressione della captazione del Gadolinio come documentato all’MRI.

È stata raggiunta una risposta positiva al trattamento indipendentemente dalla collocazione e dalla distribuzione del coinvolgimento del sistema nervoso centrale da parte della sarcoidosi ( durale / leptomeningea versus intraparenchimale, spinale versus cerebrale, lesione singola versus multifocale ).

Non si sono manifestati gravi eventi avversi nel corso del periodo osservazionale di 6-18 mesi.

In conclusione, il trattamento combinato con Micofenolato Mofetile e Infliximab costituisce un approccio terapeutico promettente per la neurosarcoidosi. ( Xagena2009 )

Moravan M et al, Neurology 2009; 72: 337-340


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