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Correlazioni in Medicina



Carcinoma mammario avanzato HER2-positivo: Lapatinib e Capecitabina più efficace della sola Capecitabina


Lapatinib ( Tykerb ) è un inibitore della tirosin-chinasi di HER-2, noto anche come HER2/neu, e di EGFR ( Epidermal Growth Factor Receptor ).

In associazione alla Capecitabina ( Xeloda ), Lapatinib è attivo nelle donne con tumore mammario metastatico HER-2 positivo, che è progredito dopo terapia a base di Trastuzumab ( Herceptin ).

Uno studio ha messo a confronto Lapatinib associato alla Capecitabina, con la sola Capecitabina, in queste pazienti.

Le donne con carcinoma mammario metastatico o localmente avanzato, HER-2 positivo, che era progredito dopo trattamenti con regimi che comprendevano un’antraciclina, un taxano e Trastuzumab, sono state assegnate in modo casuale a ricevere:

- terapia di combinazione ( Lapatinib al dosaggio di 1250mg/die in modo continuato e Capecitabina al dosaggio di 2000mg per m2 di area di superficie corporea, dal giorno 1 al giorno 14 in un ciclo di 21 giorni;

- monoterapia ( solo Capecitabina al dosaggio di 2500mg/m2 dal giorno 1 al giorno 14 in un ciclo di 21 giorni ).

L’end point primario era rappresentato dal tempo alla progressione.

L’analisi ad interim del tempo alla progressione ha mostrato la superiorità della terapia di combinazione.

L’hazard ratio ( HR ) per il tempo alla progressione è stato 0.49 ( p < 0.001 ), con 49 eventi nel gruppo terapia di combinazione e 72 eventi nel gruppo monoterapia.

Il tempo mediano alla progressione è stato di 8.4 mesi nel gruppo terapia di combinazione rispetto ai 4.4 mesi nel gruppo monoterapia.

Questo miglioramento è stato raggiunto senza un aumento degli effetti tossici gravi o di eventi cardiaci sintomatici.

I dati dello studio hanno dimostrato che Lapatinib, associato alla Capecitabina, è superiore alla sola Capecitabina nelle donne con tumore alla mammella avanzato, che è progredito nonostante trattamento con regimi che comprendevano un’antraciclina, un taxano e Trastuzumab. ( Xagena2006 )

Geyer CE et al, N Engl J Med 2006; 355: 2733-2743

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