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Correlazioni in Medicina



Impatto del fitness cardiorespiratorio sulla frequenza di fibrillazione atriale, ictus e mortalità per tutte le cause


I benefici del fitness cardiorespiratorio sulla salute cardiovascolare sono ben noti, ma l'impatto sull'incidenza di fibrillazione atriale e sull'ictus e, in particolare, sul rischio di ictus e mortalità nei pazienti con fibrillazione atriale è meno chiaro.

Dal 1993 al 2010, i pazienti sottoposti a un test di esercizio su tapis roulant ( TMET ) presso la Mayo Clinic di Rochester, Minnesota ( Stati Uniti ), sono stati identificati retrospettivamente ( n=76.857 ).

Da questi sono stati selezionati 14.094 residenti locali. Gli esclusi avevano età inferiore a 18 anni, storia di insufficienza cardiaca, malattia cardiaca strutturale o valvolare, fibrillazione atriale o flutter, o ictus.

I soggetti sono stati divisi in 4 gruppi al basale sulla base dei quartili di capacità aerobica funzionale ( FAC ) e seguiti fino a gennaio 2016.
La coorte di studio finale ha compreso 12.043 pazienti.

Durante il follow-up mediano di 14 anni, 1.222 pazienti hanno sviluppato fibrillazione atriale incidente, 1.128 hanno sviluppato ictus, e 1.590 pazienti sono morti.

Ogni aumento del 10% della capacità aerobica funzionale è stato associato a un rischio di fibrillazione atriale, ictus e mortalità incidente ridotto del 7% ( P minore di 0.001 ), 8% ( P minore di 0.001 ) e 16% ( P minore di 0.001 ), rispettivamente.

Nei pazienti che hanno sviluppato fibrillazione atriale incidente con capacità aerobica funzionale basale inferiore al 75% versus maggiore o uguale al 105%, i rischi di ictus ( P=0.01 ) e mortalità ( P minore di 0.001 ) sono stati significativamente più alti.

In conclusione, un migliore fitness cardiorespiratorio è associato a un minore rischio di fibrillazione atriale, ictus e mortalità.
Allo stesso modo, il rischio di ictus e mortalità nei pazienti con fibrillazione atriale è anche inversamente associato al fitness cardiorespiratorio. ( Xagena2018 )

Hussain N et al, Am J Cardiol 2018; 121: 41-49

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