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Correlazioni in Medicina



Interruzione di Aspirina a basso dosaggio e rischio di infarto del miocardio


Uno studio nidificato caso-controllo ha valutato il rischio di infarto miocardico e morte per malattia coronarica dopo la sospensione di Aspirina ( Acido Acetilsalicilico ) a basso dosaggio nei pazienti sottoposti a cure primarie con una storia di eventi cardiovascolari.

Hanno preso parte allo studio soggetti di età compresa tra 50 e 84 anni con una prima prescrizione di Aspirina ( 75-300 mg/die ) per la prevenzione secondaria degli esiti cardiovascolari nel periodo 2000-2007 ( n=39.513 ).

I pazienti sono stati seguiti per una media di 3.2 anni per identificare i casi di infarto miocardico non-fatale o morte per malattia cardiaca coronarica. L'analisi nidificata caso-controllo ha valutato il rischio di questi eventi in coloro che hanno interrotto il trattamento con Aspirina a basso dosaggio rispetto a coloro che hanno continuato il trattamento.

Si sono verificati 876 infarti miocardici non-fatali e 346 decessi per malattia coronarica.

Rispetto agli utilizzatori, le persone che hanno interrotto di recente l'assunzione di Aspirina hanno avuto un rischio significativamente aumentato di infarto del miocardio non-fatale o morte per malattia coronarica combinata ( rate ratio, RR=1.43 ) e di infarto miocardico non-fatale da solo ( RR=1.63 ).

Non c'è stata alcuna associazione significativa tra la recente sospensione di Aspirina a basso dosaggio e il rischio di morte per malattia coronarica ( RR=1.07 ).
Per ogni 1000 pazienti, per un periodo di un anno, ci sono stati circa 4 casi aggiuntivi di infarto miocardico non-fatale tra i pazienti che hanno interrotto la terapia con Aspirina a basso dosaggio, rispetto ai pazienti che hanno continuato il trattamento.

In conclusione, i pazienti con una storia di eventi cardiovascolari che interrompono la terapia con Aspirina a basso dosaggio sono ad aumentato rischio di infarto miocardico non-fatale rispetto a coloro che continuano il trattamento. ( Xagena2011 )

García Rodríguez LA et al, Br Med J 2011; 343: d4094


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