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Correlazioni in Medicina



Cyramza nel tumore gastrico avanzato e nel adenocarcinoma della giunzione gastroesofagea


Eli Lilly ha annunciato che l’FDA ( Food and Drug Administration ) ha approvato Cyramza ( Ramucirumab ) come trattamento ad agente singolo per i pazienti con tumore gastrico localmente metastatico o avanzato, o adenocarcinoma della giunzione gastroesofagea con progressione della malattia durante o dopo la chemioterapia a base di fluoropirimidine o Platino.
Cyramza è il primo farmaco approvato dall’FDA per questa condizione.

L’approvazione di Cyramza si basa sui risultati di REGARD, uno studio di fase III multicentrico, randomizzato, controllato con placebo, che ha arruolato pazienti con carcinoma gastrico localmente avanzato o metastatico, inclusi soggetti con adenocarcinoma della giunzione gastroesofagea, precedentemente trattati con chemioterapia a base di fluoropirimidine o Platino.

Questo è il primo studio a mostrare un miglioramento della sopravvivenza globale e della sopravvivenza libera da progressione con un farmaco biologico nel cancro gastrico in fase avanzata dopo una precedente chemioterapia.

I risultati hanno dimostrato che Ramucirumab ( 8 mg/kg per infusione ogni due settimane ) più la migliore cura di supporto ha migliorato la sopravvivenza globale mediana del 37%, rispetto ai pazienti trattati con placebo più la migliore cura di supporto ( 5.2 mesi con Ramucirumab e 3.8 mesi con il placebo; P=0.047, hazard ratio, HR=0.78 ).

Inoltre, Ramucirumab ha prodotto un miglioramento della sopravvivenza mediana senza progressione della malattia del 62%, rispetto al placebo ( 2.1 mesi vs 1.3 mesi, P inferiore a 0.001, HR=0.48 ).

La scheda tecnica di Cyramza contiene un boxed warning riguardante l’aumentato rischio di grave emorragia, tra cui eventi talora fatali.

I più comuni eventi avversi riscontrati nello studio REGARD, che si sono presentati in almeno il 5% dei pazienti riceventi Ramucirumab, e a un tasso di almeno il 2% più alto rispetto a quello del placebo, sono stati: ipertensione ( 16% vs 8% ), diarrea ( 14% vs 9% ), cefalea ( 9% vs 3% ) e iponatriemia ( 6% vs 2% ).
I più comuni eventi avversi gravi con Ramucirumab sono stati: anemia ( 3.8% ) e ostruzione intestinale ( 2.1% ).
L’11% dei pazienti che ha ricevuto Ramucirumab ha necessitato di trasfusioni di emazie, rispetto all’8.7% del placebo.
Reazioni avverse rilevanti, riscontrate negli studi clinici con Ramucirumab, sono state: proteinuria, perforazione gastrointestinale e reazioni correlate all’infusione.

Nello studio REGARD, l’8% dei pazienti trattati con Ramucirumab ha sviluppato proteinuria, contro il 3% dei pazienti trattati con il placebo.
Due pazienti hanno interrotto lo studio a causa di proteinuria.
Nello studio REGARD il tasso di perforazione intestinale è stato pari allo 0.8% e l’incidenza di reazioni associate all’infusione era dello 0.4%.

Ramucirumab è un antagonista VEGFR-2, che agisce bloccando il legame del recettore di VEGF con i ligandi VEGF-A, VEGF-C, e VEGF-D.
In studi su modelli animali in vivo Ramucirumab ha inibito l’angiogenesi. ( Xagena2014 )

Fonte: Eli Lilly, 2014

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