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Correlazioni in Medicina



Carboplatino e Pemetrexed con o senza Pembrolizumab per cancro polmonare non-a-piccole cellule non-squamoso avanzato


Esistono evidenze insufficienti per dimostrare che l'aggiunta di un terzo farmaco alla chemioterapia con Platino doppietto migliori l'efficacia in prima linea nel cancro del polmone non-a-piccole cellule ( NSCLC ) avanzato.

L’anticorpo anti-PD-1 Pembrolizumab ( Keytruda ) ha dimostrato efficacia in monoterapia nei pazienti con tumore NSCLC avanzato e un profilo di tossicità senza sovrapposizione con la chemioterapia.

Si è valutato se l'aggiunta di Pembrolizumab alla chemioterapia con Platino doppietto migliori l'efficacia nei pazienti con tumore del polmone non-a-piccole cellule non-squamoso avanzato.

In una coorte di fase 2 randomizzata, in aperto, di uno studio multicoorte ( KEYNOTE-021 ), i pazienti sono stati arruolati presso 26 Centri medici negli Stati Uniti e Taiwan.
I pazienti con tumore NSCLC, naive alla chemioterapia, in stadio IIIB o IV, non-squamoso senza EGFR utilizzabile come bersaglio o aberrazioni genetiche ALK sono stati stratificati per punteggio tumorale percentuale PD-L1 ( inferiore a 1% vs maggiore o uguale a 1% ) e destinati a 4 cicli di Pembrolizumab 200 mg più Carboplatino, area sotto la curva 5 mg/ml per minuto, e Pemetrexed 500 mg/m2 ogni 3 settimane, e in seguito da Pembrolizumab per 24 mesi e terapia di mantenimento con Pemetrexed a tempo indeterminato o a 4 cicli di Carboplatino e Pemetrexed da soli seguiti da terapia di mantenimento con Pemetrexed a tempo indeterminato.

L'endpoint primario era rappresentato dalla percentuale di pazienti che hanno raggiunto una risposta oggettiva, definita come la percentuale di pazienti con risposta completa o parziale radiologicamente confermata in base ai criteri RECIST di valutazione della risposta nei tumori solidi versione 1.1, valutata nella popolazione intent-to-treat, definita come tutti i pazienti che sono stati assegnati al trattamento di studio.

La soglia di significatività era P minore di 0.025 ( unilaterale ).

La sicurezza è stata valutata nella popolazione trattata, definita come tutti i pazienti che hanno ricevuto almeno una dose del trattamento assegnato in studio.

Tra il 2014 e il 2016 sono stati arruolati 123 pazienti; 60 sono stati assegnati in modo casuale al gruppo Pembrolizumab più chemioterapia e 63 al gruppo sola chemioterapia.

33 pazienti su 60 ( 55% ) nel gruppo Pembrolizumab più chemioterapia hanno raggiunto una risposta obiettiva rispetto a 18 su 63 pazienti ( 29% ) nel gruppo sola chemioterapia ( differenza di trattamento stimata 26%; P=0.0016 ).

L'incidenza di eventi avversi di grado 3 o maggiore correlata al trattamento è stata simile tra i due gruppi ( 23 su 59 pazienti [ 39% ] nel gruppo Pembrolizumab più chemioterapia e 16 su 62 [ 26% ] nel gruppo sola chemioterapia ).

I più comuni eventi avversi di grado 3 o maggiore correlati al trattamento nel gruppo Pembrolizumab più chemioterapia sono stati anemia ( 7 su 59, 12% ) e diminuzione della conta dei neutrofili ( 3, 5% ); altri 6 eventi ciascuno si sono verificati in 2 ( 3% ) per danno renale acuto, diminuzione della conta dei linfociti, affaticamento, neutropenia, sepsi e trombocitopenia.

Nel gruppo sola chemioterapia, i più comuni eventi di grado 3 o maggiore sono stati anemia ( 9 su 62, 15% ) e diminuzione della conta dei neutrofili, pancitopenia e trombocitopenia ( 2 ciascuno, 3% ).
Uno ( 2% ) dei 59 pazienti nel gruppo Pembrolizumab più chemioterapia è andato incontro a morte correlata al trattamento a causa di sepsi rispetto a 2 ( 3% ) dei 62 pazienti nel gruppo chemioterapia: uno a causa di sepsi e uno a causa di pancitopenia.

La combinazione di Pembrolizumab, Carboplatino e Pemetrexed potrebbe rappresentare un'opzione di trattamento di prima linea efficace e tollerabile per i pazienti con tumore del polmone non-a-piccole cellule non-squamoso in fase avanzata.
Questo risultato deve essere ulteriormente esplorato in uno studio internazionale, randomizzato, in doppio cieco, di fase 3. ( Xagena2016 )

Langer CJ et al, Lancet Oncology 2016; 17: 1497-1508

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