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Correlazioni in Medicina



Efficacia comparativa nel mondo reale di Acalabrutinib e Ibrutinib nei pazienti con leucemia linfatica cronica


Nuovi agenti, inclusi gli inibitori della tirosin chinasi di Bruton ( BTK ), sono diventati lo standard di cura per i pazienti affetti da leucemia linfatica cronica ( CLL ).
È stata condotta un'analisi retrospettiva del mondo reale dei pazienti affetti da leucemia linfatica cronica trattati con Acalabrutinib ( Calquence ) rispetto a Ibrutinib ( Imbruvica ), utilizzando il database Flatiron Health.

I pazienti affetti da leucemia linfatica cronica sono stati inclusi se avevano iniziato ad assumere Acalabrutinib o Ibrutinib tra gennaio 2018 e febbraio 2021.

L'esito primario di interesse era il tempo alla sospensione del trattamento ( TTD ).

Dei 2.509 pazienti inclusi nell’analisi, l’89.6% ha ricevuto Ibrutinib e il 14.1% ha ricevuto Acalabrutinib.

Il tempo alla sospensione del trattamento non è risultato significativamente diverso tra le coorti nell'analisi non-ponderata.

Dopo la ponderazione, le coorti sono risultate bilanciate su tutte le caratteristiche di base, ad eccezione dei fattori di rischio cardiovascolare e dell'uso di farmaci di base.

Il tempo alla sospensione del trattamento mediano non è stato raggiunto per la coorte con Acalabrutinib, ed è stato di 23.4 mesi per la coorte con Ibrutinib.

Il tasso di interruzione a 12 mesi è stato del 22% per la coorte ponderata con Acalabrutinib rispetto al 31% per la coorte ponderata con Ibrutinib ( P=0.005 ).

Dopo un ulteriore aggiustamento per il precedente utilizzo di inibitori della tirosina chinasi di Bruton, la coorte Acalabrutinib ha presentato un rischio di interruzione inferiore del 41% rispetto a Ibrutinib ( hazard ratio, HR=0.59; P=0.001 ).

Nel più ampio studio disponibile che ha confrontato inibitori della tirosina chinasi di Bruton, i pazienti affetti da leucemia linfatica cronica trattati con Acalabrutinib hanno dimostrato tassi di interruzione del trattamento più bassi e un tempo all’interruzione prolungato rispetto a quelli trattati con Ibrutinib. ( Xagena2023 )

Roeker LE et al, Blood Adv 2023; 7: 4291-4301

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