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Correlazioni in Medicina



Sorafenib adiuvante per carcinoma epatocellulare dopo resezione o ablazione


Non esiste uno standard di cura per la terapia adiuvante nei pazienti con carcinoma epatocellulare.
È stato effettuato uno studio per valutare l'efficacia e la sicurezza di Sorafenib ( Nexavar ) rispetto a placebo come terapia adiuvante nei pazienti con carcinoma epatocellulare dopo resezione chirurgica o ablazione locale.

Lo studio di fase 3, STORM, in doppio cieco, controllato con placebo ha coinvolto pazienti con carcinoma epatocellulare con una risposta radiologica completa dopo resezione chirurgica ( n=900 ) o ablazione locale ( n=214 ) in 202 ospedali e Centri di ricerca in 28 Paesi.
I pazienti sono stati randomizzati a ricevere 400 mg di Sorafenib per os o placebo due volte al giorno, per un massimo di 4 anni.

I pazienti sono stati stratificati per trattamento curativo, area geografica, stato Child-Pugh, e rischio di recidiva.

L'esito primario era la sopravvivenza libera da recidiva valutata dopo cut-off dei dati nel 2013.

E’ stata analizzata l'efficacia nella popolazione intention-to-treat e la sicurezza nei pazienti assegnati in modo casuale che hanno ricevuto almeno una dose di studio.

Sono stati esaminati 1.602 pazienti tra il 2008 e il 2010, e sono stati assegnati in modo casuale 1.114 pazienti.

Dei 556 pazienti nel gruppo Sorafenib, 553 ( più del 99% ) hanno ricevuto il trattamento in studio e 471 ( 85% ) hanno terminato il trattamento.

Dei 558 pazienti nel gruppo placebo, 554 ( 99% ) hanno ricevuto il trattamento in studio e 447 ( 80% ) hanno terminato il trattamento.

La durata mediana del trattamento e la dose media giornaliera sono state 12.5 mesi e 577 mg al giorno per Sorafenib, rispetto a 22.2 mesi e 778.0 mg al giorno per il placebo.

Un cambiamento di dosaggio è stato segnalato per 497 pazienti su 559 ( 89% ) nel gruppo Sorafenib e 206 pazienti su 548 ( 38% ) nel gruppo placebo.

All’ultima analisi si erano verificati 464 eventi di sopravvivenza libera da recidiva ( 270 nel gruppo placebo e 194 nel gruppo Sorafenib ).

Il follow-up per la sopravvivenza libera da recidive è stato di 8.5 mesi nel gruppo Sorafenib e 8.4 mesi nel gruppo placebo.
Non è stata notata alcuna differenza nella sopravvivenza mediana libera da recidiva tra i due gruppi ( 33.3 mesi nel gruppo Sorafenib vs 33.7 mesi nel gruppo placebo; hazard ratio, HR=0.94; P unilaterale=026 ).

Il più comuni eventi avversi di grado 3 o 4 sono stati reazione cutanea mano-piede ( 154 pazienti su 559, 28%, nel gruppo Sorafenib vs 4 su 548, meno dell’1%, nel gruppo placebo ) e diarrea ( 36, 6%, vs 5, inferiore all’1%, nel gruppo placebo ).
Eventi avversi gravi correlati a Sorafenib hanno incluso reazione cutanea mano-piede (10, 2%), alterata funzionalità epatica ( 4, inferiore all’1% ) e affaticamento ( 3, inferiore all’1% ).
Ci sono stati 4 decessi ( inferiore all’1% ) correlati al farmaco nel gruppo Sorafenib e 2 ( inferiore all’1% ) nel gruppo placebo.

I dati indicano che Sorafenib non è un intervento efficace nel trattamento adiuvante per il carcinoma epatocellulare dopo resezione o ablazione. ( Xagena2015 )

Bruix J et al, Lancet 2015; 16: 1344-1354

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